Raccontano le leggende urbane, quelle dello Sprawl, dei Mutanti del livello Zero e le storie di sake’ delle vene infette della citta’, del Cyberskizzo. E’ un luogo di morte e mistero, appoggiato nel labile confine tra la morte e la notte, alle parete marcilente di vecchi edifici popolati di paura e rimorsi. Sta li’ da prima delle corporazioni, contraltare al concetto di bene e male, come il vento e’ aggrappato alla sua tempesta.

Non puoi evitarlo, perche’ come una sirena ti chiama, Ulisse urbano in cerca della tua cyberverita’. Ti invoca con la sua voce suadente fin dalle trafficate arterie giapponesi, le parallele della Yamamoto Drive, dove il frastuono dei veicoli e il ronzio tormentanto dei neon e’ coperto dal respiro di questo posto, e’ cullato dai lamenti e dalle promesse di felicita’, ricchezza, successo. Ma come le promesse di ogni amante, al mattino diventeranno dolore, tradimento, morte, diventeranno delusione, diventeranno guai. La merce piu’ venduta, al Cyberskizzo.

E’ schiacciato come un grilletto premuto da un dito nervoso tra il quartiere giapponese e quello cinese, l’altra strada che puoi seguire e’ la Hong Fend Road, controllata dalla Triade di Hong Kong.
Li’, la Cina corporativa si getta, come un canale di scolo della merda cibernetica dell’uminita’ orientale, nelle strade di Little Tokyio, la Mafia Cinese diventa Yakuza, i colori sgargianti diventano uniformi nere con camicia bianca, ed una pince sul petto a rappresentare la famiglia.

Il cyberskizzo sta li’, in un vicolo malfamato, a rappresentare il cuore pulsante ed il perno instabile di una Tregua mai sottoscritta e mai voluta, ma sempre onrata. E’ zona franca, non sono ammesse armi, sparatorie, confronti all’interno delle sue porte basculanti, ma in strada... beh, in starda, davanti al parcheggio delle moto e al murales di una bellissima ragazza, che qualcuno ricorda come Cecy, li puo’ succedere dui tutto secondo regole d’onore che un vecchio pazzo porta incise dentro la copertina di una Bibbia, che ti aspetta sul bancone del bar, accanto alla mano uncinata del Vecchio.

Il west, nel Cyberskizzo: le porte basculanti, un abbeveratoio, tavoli di legno – legno vero, non porcherie sintetiche- birra messicana clandestina, e il futuro: cybernetica originale e di contrabbando, cameriere in lattice e impianti, solitari e netrunner, postazioni deck cyberpsazio per le sfide tra i peggiori e piu’ veloci netrunner della citta’, trafficanti di qualcosa che non hanno da rivendere a chi l’han rubato.

La vita al cyberskizzo e’ come l’inferno: decine di condannati, centinaia di persone, migliaia di diavoli. Casino, musica, birra, incontri causali e appuntamenti rimandati troppo a lungo. La morte al cyberskizzo, e’ come l’inferno: e mascerata dal sorriso sghembo di chi ti propone un affare, dai gesti amichevoli di chi promette un pagamento, dagli accordi siglati col burbon, col sanguie, barattando centinaia di vite per un discutibile profitto.

Tutti conoscono il Cyberskizzo. Tutti evitano il Cyberskizzo. Tutti finiscono al Cyberskizzo. Finire, in senso letterale. E’ li’ che Cyb-01 aspetta la prossima vittima che brama vita. E, di solito, la trova. E poi, la morte. Ma questo, al Cyberskizzo, e’ un dettaglio: il ragionevole prezzo da pagare per vivere.

 

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