onda2

La pioggia acida batteva con violenza sulla finestra della tavola calda. La strada al di là del vetro  era fiocamente illuminata da lampioni al sodio e da qualche auto di passaggio. Fogli di giornale sporco svolazzavano per il vento andando a sbattere contro i solitari viandanti che, a quell'ora della notte, rincasavano dopo un turno di lavoro massacrante nelle fabbriche cinesi del quartiere.  
<< 30.000 euro >>
<< Non bastano >> disse Surf. Il chip di credito rimase poggiato sul tavolo.
<< Non sei in condizioni di alzare il prezzo, amico >>  minacciò l'altro. << Sei ricercato in tutto il continente. Sarai anche bravino a navigare ma prima o poi ti faranno il culo. E non parlo solo della polizia. Sai benissimo che le Coporations non si dimenticano mai di nessuno. >>
Surf sorrise.
<< Beh, se sono solo bravino puoi tranquillamente rivolgerti altrove. Sicuramente troverai un altro hacker capace di volare dentro la FarmaCorp >>  Prese un sorso di caffè sintetico. E si accinse ad alzarsi dal tavolo.
L'uomo senza nome lo bloccò.
<< Aspetta. Non c'è molto tempo >> si affrettò a dire  <<  I miei committenti mi hanno autorizzato ad arrivare fino a 50.000, non un cent di più. Anticipato. >>
Surf si risedette.
Aspettò che il suo interlocutore poggiasse un secondo chip di credito sul tavolo. Li prese. 
<<  Dovrai penetrare nel sistema della FarmaCorp entro le ore 03.00 di stanotte >> 
<<  Perchè tanta fretta? >> chiese Surf.
<< Perchè il file che dovrai copiare si troverà nel server della Compagnia soltanto fino a quell'orario. Dopo  sarà  trasferito  nel computer della sede centrale. In orbita >> disse indicando il cielo con un dito << e una volta lassù sarebbe impossibile accedervi >>
<< D'accordo. Vi contatterò non appena sarò in possesso della merce >> disse Surf.
L'uomo senza nome porse a Surf un codice identificativo del file che doveva trafugare.
Surf si alzò per andarsene. 
<<  Un ultima cosa, più per una mia curiosità che altro >> disse a mo' di giustificazione -
<< Che altro c'è? >>
<< Perchè ti chiamano Surf? Il mare più vicino è a migliaia di km.>>
Surf sorrise.
<< La prossima volta che ci incontreremo te lo dirò >> rispose. Ed uscì per strada.
Surf guardò l'orologio da polso. Erano le 23.00. Aveva quattro ore di tempo per portare a compimento il lavoro. Ma prima avrebbe dovuto procurarsi l'attrezzatura necessaria. Un deck di collegamento nuovo come minimo. Un cacciatore e qualche programmino di difesa. Quello che aveva lasciato nel suo monolocale non era affidabile. E poteva essere facilmente rintracciabile. Lo aveva utilizzato troppe volte nelle ultime due settimane. Decise di muoversi. Avrebbe raggiunto Andropov, il suo miglior fornitore di high tech. Soldi ne aveva a sufficienza. Fermò un taxidriver a tre ruote. Ci salì sopra e diede l'indirizzo al conducente.
Andropov era una vecchia conoscenza. Un immigrato clandestino. Possedeva un negozio dove smerciava hardware e software obsoleti. Li raccattava, li rimetteva a posto e li rivendeva a chi non poteva permettersi una costosa consolle di collegamento. Non disdegnava neanche di procurare software illegale.
Il taxidriver lasciò Surf dinnanzi ad un piccolo edificio di periferia. Tre piani in tutto. La scala antincendio pendeva come un peso morto su un lato del complesso. L'insegna del negozio era spenta. Segno che l'amico doveva essersi ritirato a dormire, lassù al secondo piano. Surf suonò al videocitofono. Una, due volte.
<< Chi diavolo è? >> La voce apparteneva ad un uomo di mezza età. Sulla sessantina. Aveva l'aspetto di chi stesse dormendo e fosse stato interrotto bruscamente.
<< Sono io, Vasili >> 
<<  E' da un bel po' che non ti fai vedere. Avevo perfino sentito che le Corp ti avessero ammazzato >> disse sogghignando. 
<< Come vedi non ci sono riusciti >> rispose Surf. 
<< Per adesso >> 
<< Fammi salire. Devo fare spesa >>
La porta dell'ingresso si aprì con uno scatto. Surf entrò. L'interno del negozio era ammantato di buio. In fondo, sulla destra, una scala conduceva di sopra. Surf la imboccò.
Andropov lo abbracciò con calore. 
<< Vieni, accomodati. Ti offro qualcosa da bere. Un wishika? >>
<< Grazie >>
Surf si sedette su un divano a due posti che aveva visto giorni migliori. Prese il bicchiere che Andropov gli porgeva. 
<< Allora, che ti serve? >>
Surf bevve un sorso di liquido ambrato. 
<< Un deck di collegamento nuovo e non tracciabile. Un cacciatore e qualche apricodice >> 
<< Altro? >> 
<< Un trovauscite >>
Andropov lanciò a Surf un occhiata penetrante. 
<< In quale altro guaio ti stai cacciando?>> chiese.
Il trovauscite era un software altamente illegale. Roba russa. Militare. Semintelligente. Poteva penetrare qualunque sistema di difesa informatico senza che i sistemi di allarme si attivassero. E trovava sempre un uscita. Una via di fuga. 
<<  FarmaCorp >> disse Surf. 
<<  Quando? >> chiese Vasili. 
<<  Stanotte ... e non ho molto tempo >>
Andropov si alzò dalla poltrona su cui si era seduto. 
<< Vieni con me >>
Surf lo seguì e fu condotto al terzo piano dell'edificio. Qui, dietro una finta parete, il russo teneva ogni sorta di tecnologia illegale.
Trovò e mise su un banco di lavoro tutto il materiale ed una 24 ore di plastica per contenere tutto.
Surf fece passare il suo chip di credito nel lettore di Andropov. Vasili infine, diede all'amico una chiavedati rossa. 
<< E questo ? >> 
<< Un omaggio della casa >> 
<< A che serve? >>
<< Lancia un programma killer. Nelle intenzioni dei suoi creatori dovrebbe creare l'effetto di un impulso elettromagnetico esponenziale. >> 
<< Effetti ? >> chiese Surf 
<< Nessuno dei precedenti proprietari ha mai avuto l'occasione di testarla o forse il coraggio >> 
<< Pensi che possa servirmi ? >> 
<< Non lo so >> disse Andropov. << Ma di una cosa sono certo. Se hai intenzione di metterti contro la FarmaCorp, avrai bisogno di tutto l'aiuto possibile per sganciarti >> 
<< Già >> fece Surf con mezzo sorriso.  
Rimanevano tre ore per portare a termine l'incarico. Surf  guardò lo skyline della Città illuminato sullo sfondo del cielo notturno. Foschie di inquinamento oscuravano a tratti, le luci dei palazzi. Il cielo era nero come carbone. Le stelle erano ormai un pallido ricordo nella mente di Surf.
Adesso aveva bisogno di un posto sicuro per potersi collegare alla Rete. L'albergo in cui aveva trascorso le ultime due notti non andava bene. Mancava di una porta dati necessaria al suo scopo.
Trovò un taxidriver fermo davanti ad un distributore notturno di cibo liofilizzato. Ci salì sopra e si fece portare al più vicino Cubo. Questo era uno dei tantissimi edifici che erano sorti come funghi negli ultimi anni in Periferia. Suddiviso in piccoli monolocali di forma cubica, da cui il nome, offrivano le comodità di un appartamento in pochissimo spazio. Quasi una cella. Ma erano confortevoli ed economici.
C'era anche una porta dati accanto ad un piccolo olovisore. Surf  si tolse il soprabito e preparò l'attrezzatura. Prima di iniziare si concesse una lattina di birra presa dal minuscolo frigo. Fuori un insegna la neon lampeggiava sbilenca sulla strada. Nessuno passava per strada.
Si sedette alla consolle di comunicazione. Collegò il deck alla porta dati. Si infilò i guanti e si sistemò la visiera. Inserì il cacciatore e gli altri strumenti nel deck pronti per poter essere utilizzati all'occorrenza. Fece un sospiro profondo e si collegò.
L'impatto sensorio di accesso alla Rete risultava essere sempre un esperienza affascinante, anche per chi come Surf era un veterano. Fiumi di dati scorrevano lucenti ed impetuosi per quello che sembravano essere km. Palazzi altissimi, formati da miliardi di dati, delimitavano le grandi banche dati degli Enti pubblici, dei Ministeri, delle grandi Coporations mondiali. Tutto il mondo reale era intrinsecamente ed indissolubilmente intrecciato in quel mondo virtuale che Surf si trovava a contemplare. Attivò il cacciatore con il semplice movimento del dito mignolo. Il programma assunse in quella realtà artificiale, le sembianze di un  beagle. Gli bastò fornire le coordinate del server della FarmaCorp in Città ed il piccolo segugio si lanciò nel cyberspazio. Surf lo seguì. I flussi di dati che si mostravano erano come un arcobaleno di colori vividi e cangianti. In quel momento, i grandi sistemi software del mondo collegati tra loro si cambiavano informazioni, domande, risposte. Parlavano.
La sede software della FarmaCorp era qualcosa di smisurata. Gli edifici di bit che la rappresentavano occupava un'estensione di parecchi km di dati. Doveva entrare. Subito. Esaminò attentamente il complesso. Fino adesso non si intravedevano difese di prossimità. Applicò il trovauscite su un lato di una parete. Dopo qualche secondo un buco circolare di mezzo metro si formò sulla parete. Surf si piegò nel pertugio e s'inoltrò nella FarmaCorp.
Nessun allarme era ancora scattato. Nessun Guardiano in vista. Forse, il trovauscite funzionava davvero bene. Digitò su quest'ultimo i dati che l'uomo senza nome gli aveva fornito per potere accedere al Nucleo. Ed arrivarono i Guardiani. Si presentarono sotto le sembianze di poliziotti in divisa nera. Erano in due. Si diede alla fuga. Non avrebbe potuto affrontarli. Si tuffò in un flusso dati. Sperò di potersi confondere tra i miliardi di bit che formavano quel piccolo ruscello virtuale. Sembrò a Surf di avere seminato i suoi inseguitori. Rimase sospeso per un attimo a guardarsi attorno mentre attorno a lui i bit di informazioni lo superavano a velocità fantastiche. Poi li vide. Si erano posizionati ai due estremi del flusso. Davanti e dietro. Lateralmente non avrebbe potuto scappare. Il fiumiciattolo scorreva in mezzo ad un condotto di energia elettronica invalicabile. Se avesse cercato di passare oltre le sue sinapsi neurali sarebbero andate in cortocircuito. Surf  cercò una via d'uscita. E alla fine il trovauscite lo trovò per lui. Sotto si trovava una piccola apertura di collegamento ad un flusso più grande che scorreva nella direzione opposta. Lo aprì e si ci tuffò come un cobra sulla sua preda. Si ritrovò un livello più sotto. I Guardiani non lo avevano scorto e continuavano ad aspettarlo al livello superiore. Reimpostò i dati nel cacciatore e ripartì. Il panorama scorreva frenetico attorno a lui in una bailamme di luci e colori. Alla fine trovò il suo obiettivo. Una sfera del diametro di venti metri. Polarizzata. Surf vi agganciò un apricodice. Il timer della chiavetta cominciò a decrescere. Dieci, nove... Surf si guardò attorno. Nessun Guardiano in vista per il momento. Eppure ormai stava intaccando il Nucleo Dati Centrale della FarmaCorp. Le difese anti intrusione dovevano essere state allertate. Otto, sette, sei... il conto alla rovescia sembrava interminabile. Cinque, quattro, tre. .. sbrigati, sbrigati, incitò Surf mentalmente. Due, uno... la polarizzazione della sfera cambiò. Almeno in un punto. Diventò trasparente. Era ora di penetrarvi. E Surf non indugiò oltre. L'interno era splendido. Miliardi di bit di dati formavano stringhe di luce più o meno grandi, più o meno lunghe. Si contorcevano, si plasmavano mentre qualcuno nella realtà oggettiva ne modificava i dati in quello stesso momento. Erano dotati quasi di vita propria. Surf ne rimase affascinato. Ne agguantò una che lo sfiorava. Luminosissima. Sul dorso riportava l'oggetto del contenuto. Questa che aveva catturato era un file riguardante la cura del colera. Data di messa a punto ... 1984? 
<< Sporchi bastardi!!! >> scattò Surf con un moto di rabbia. Quelli della FarmaCorp avevano ideato un vaccino già da più di quarant'anni!
Acchiappò un'altra stringa di dati. Questa volta la data era 1995 e riguardava la cura del vaiolo.
La rabbia ormai montava sempre di più. Cercò ed individuò il file che doveva copiare. Eccolo lì. Lungo più degli altri. Surf lo prese. Vaccino HIV. Data 1990... trattenendo a stento la collera che minacciava di farlo andare di testa, vi agganciò una piccola chiavedati. La copiatura richiese solo un paio di secondi. Dopo lasciò andare la stringa. Aveva compito l'incarico. Quasi. Gli rimaneva soltanto uscire da quella trappola. Si guardò attorno, mentre fluttuava immerso in quella miniera bit così preziosi. Avrebbe voluto copiare tutto e metterlo a disposizione dei navigatori della Rete. Avrebbe sbugiardato la FarmaCorp. 
<< Già peccato non poterlo fare >> pensò.
Si girò rivolto verso il pertugio da cui era penetrato per uscire dal Nucleo. Un stringa di colore diverso gli tagliò la strada. E qualcosa attrasse l'occhio di Surf. Veloce, agguantò la stringa. Cura del Parkinson. Data 2005. MediCorp. 
<< E questo da dove diavolo è spuntata? >> si chiese.
Osservò la sfera nel punto da cui presumeva che la stringa fosse sbucata e trovò un condotto. Sulle prime non ci aveva fatto caso perchè coperto dal andirivieni delle stringhe di dati che fluttuavano nei due sensi. A quanto pareva il Nucleo Dati della FarmaCorp era collegato con quello della MediCorp.
Doveva appurare una cosa. Surf percorse tutto il diametro della sfera e scoprì che ad intervalli regolari si aprivano altri collegamenti della FarmaCorp con le altre Coporations Farmaceutiche. I bastardi avevano stipulato un cartello per impedire di divulgare le cure delle malattie che da decenni ormai affliggevano l'umanità. Eccoli lì. Stringhe di dati della SaniCorp, della Benessere Limited e di tante altre fluivano avanti ed indietro nei Nuclei Dati di quella maledetta. Lì a disposizione delle sole Aziende Farmaceutiche ma non del resto del mondo. 
<< Ma perchè? >> si chiese Surf.
La risposta balenò nella sua mente limpida come l'acqua di un ruscello incontaminato. Soldi. Era tutto una questione di maledettissimi soldi. Se le Coporations avessero divulgato i dati riguardanti le cure per quelle malattie, non avrebbero più potuto lucrare sui farmaci che costituivano i protocolli di terapia normalmente utilizzati. Terapie che venivano somministrate a chi poteva permettersi di acquistare i costosissimi medicamenti nella speranza di sopravvivere alla patologia o, perlomeno, di convivervi.
Il bip del suo allarme virtuale lo riportò all'attenzione del momento. Il tempo che aveva a disposizione era ormai allo scadere e Surf, per quanto incazzato non aveva altra scelta che uscire da quel buco, per il momento, nel più breve tempo possibile. La sua fortuna era durata troppo per i suoi gusti.
Uscì dal pertugio che aveva praticato sulla sfera e si immobilizzò.
Decine di Guardiani lo stavano aspettando. Non potendo accedere al Nucleo Dati, l'avevano circondata, in attesa che lui uscisse. Sembravano una muta di cani da caccia trattenuti a stento dal loro padrone. Per quanto fosse ridicolo quel pensiero, a Surf sembrò quasi che i Guardiani sogghignassero all'idea di stare per scatenarsi sulla preda indifesa.
Si ritirò nella sfera dati. Se continuava a rintanarsi lì, sarebbe stato al sicuro. I Guardiani non potevano entrare. Ma non poteva trasferirsi ad abitare nel Nucleo per sempre ... 
<< Pensa, pensa, maledizione >> si disse.
Esaminò la sua attrezzatura. Niente sembrava illuminarlo su una possibile via di uscita. Ed il trovauscite, al par suo, sembrò non esserne capace di trovarne una. Poi gli capitò fra le mani la chiavedati rossa di Andropov. Non sapeva neanche che effetto avrebbe potuto avere. Sorrise. Non aveva altra scelta. Avrebbe testato il prodotto.
Affidò la propria anima virtuale ad un dio minore e applicò la chiavedati su una parete del Nucleo. Sembrò che non ci fosse alcun effetto. Poi qualcosa cambiò. Surf non registrò il cambiamento come qualcosa di tangibile e ben definito. Fu qualcosa più simile ad una sensazione sbagliata. Ad un dettaglio non messo a fuoco. Poi tutto si fece più manifesto. A mutare fu il comportamento delle stringhe di dati. Il loro fluttuare, prima così ordinato ed armonico, adesso sembrava avere assunto i connotati dell'irregolarità e della confusione. Il Nucleo Dati cominciò ad oscillare. Surf decise che fosse meglio uscire da lì. Il posto non era più sicuro. Per un attimo esitò, pensando ai Guardiani là fuori che lo stavano aspettando. Ma non gli restava altra scelta. Uscì più veloce che poteva e sperò nel meglio. I Guardiani erano ancora tutto intorno ma adesso si comportavano in modo bizzarro. Andavano avanti in dietro, si muovevano come se fossero ciechi, senza ragione. E non badavano a lui. Surf attraversò quella barriera di killers indisturbato. Trovò una posizione più sicura da cui poteva osservare cosa stesse succedendo. Si guardò attorno. Tutto il server della FarmaCorp sembrava impazzito. I flussi di dati si interrompevano, cambiavano direzione, si riformavano in un crescendo sempre continuo. Poi successe. Il Nucleo Dati si incrinò. Increspature, prima lieve, ma poi sempre più grandi, cominciarono a farsi strada lungo le pareti della sfera. Da un momento all'altro il Nucleo si sarebbe spezzato e avrebbe riversato tutto il suo contenuto di miliardi di dati all'esterno. Si ruppe.
Surf non avrebbe potuto lontanamente immaginarselo, neanche fra cento anni. Semplicemente la rottura del Nucleo non avrebbe dovuto avere quell'effetto. Ma lo ebbe. Una marea di dati fluì come un'onda impazzita fuori dalla sfera e si riversò tutto intorno. A mano a mano che incontrava flussi di dati, files di gestione, archivi e banche dati contenenti bit di informazione, li travolgeva e nel farlo, si autoalimentava divenendo sempre più grossa. Ormai la marea di dati aveva assunto la forma di un'enorme onda virtuale ma che in quel mondo di bit aveva tutto l'aspetto e la pericolosità di un'onda gigante reale. La causa di tale anomalia ormai era chiaro nella mente di Surf. La chiavetta del suo amico russo. Aveva sprigionato una forza distruttiva. Presto l'onda avrebbe travolto tutto e si sarebbe riversata fuori nella Rete. Surf immaginò che la medesima cosa si stesse probabilmente verificando nei Nuclei Dati di tutte le altre Coporations Farmaceutiche a causa del collegamento che era intercorso fra di loro. E con un effetto domino, le gigantesche onde di dati che si stavano formando nei diversi punti della Rete avrebbero coinvolto con il passare del tempo, tutti i Nuclei sparsi nel mondo. Niente sarebbe stato più come prima.
E l'effetto nel mondo reale? Surf ci riflettè su mentre osservava l'immensa onda che si profilava davanti a lui minacciandolo di sommergerlo. Dietro di lui l'immagine dati della Città sembrava immobile in attesa del suo triste destino.
Nel mondo reale probabilmente, l'effetto sarebbe stato quello di rendere quella massa di conoscenza prima riservata,  accessibile a tutti. Con grave danno delle Coporations, degli Enti pubblici, dei Governi, delle Banche e delle Assicurazioni. Sarebbe stata la realizzazione di un vecchio sogno di tutti i navigatori della Rete: informazione libera e gratuita.
L'immensa onda dati era ormai vicinissima. La sua altezza raggiungeva i venti metri. Non poteva perdersi quel momento. No di certo.
Surf staccò dalla propria cintura di attrezzi un piccolo tubo. Ne srotolò la pellicola colorata che ne fuoriusciva. Diede un forte scossone e la pellicola si gonfiò assumendo le fattezze di una tavola da surf. Il disegno impresso era quello di uno squalo stilizzato. L'acqua dati cominciò a lambirlo sempre di più. Adesso gli arrivava fino alle ginocchia. Surf si distese sulla tavola e cominciò a vogare con le mani in attesa del momento propizio. Lanciò uno sguardo indietro. La gigantesca onda lo aveva quasi agguantato. La tavola prese velocità e Surf si raddrizzò sulle gambe. 
<< Siiiii >> gridò felice mentre l'onda lo raggiunse e lui sciava all'interno di quella mostruosità di dati, tenendosi in precario equilibrio.
La Città dati si fece sempre più vicina. Era fantastico!
Stava cavalcando l'Ultima Onda.

 

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