Racconto vincitore Terzo Concorso di composizione narrativa cyberpunk indetto da Cp2020 PBEM:

 

 

cro
 

 

There's just one way I see
the way I think it's right for me
you say to me I will repent what I do
if it's right I'll stop before

[Helloween, Keeper of the Seven Keys pt.2, You always walk alone]

 

La chiesa di Saint Paul of Boomsdock, Night City. Un energumeno cybernetizzato sta parlando dentro ad un confessorio che non riesce a contenerlo del tutto. Attorno, chiazze di sangue.

<< Pare proprio che la giornata non sia delle migliori, nevvero sacrestano? Sì, io confido che in qualche modo il Signore Santissimo abbia deciso di avvisarci. Vedo dozzine di Mori per i vicoli della città, ed ebrei, contadini, folli, mendicanti... il peggio della plebe, caotica e pronti a voltarsi al Male... non posso fare a meno di chiedermi come possano esser anche loro fatti ad immagine e somiglianza dell'Altissimo >>.

 

La chiesa è deserta. Il portone d'ingresso è stato aperto a forza, uno dei cardini ha ceduto.

 

<< Ha ragione Padre, mi sono lasciato trasportare. Scusi l'irruenza, e mi perdoni perchè ho peccato >>.

 

Il corpo di Jonas Heinz, prete, giace riverso sull'altare. Privo di testa.

 

<< Sì, naturalmente. In primo luogo non mi confesso da quasi un anno >>.

 

La testa del sagrestano è appoggiata al di là della grata del confessorio. Ondeggia sull'appogio instabile delle schegge di ossa cervicali.

 

<< Bè mi trovavo in viaggio in terre straniere: avevo intenzione di recarmi in Terrasanta, per recare conforto ed aiuto ai nobili cavaliere che difendono quelle terre dagli infedeli >>.

[Banca.Dati.Federale.Nomadi#file333245] Banda degli Shades: eliminata il 03.02.2026 da operazione congiunta Federale/Corporativa. Quattro sopravvissuti fuggitivi, estremamente armati e pericolosi.

 

 

<< Anche io pensavo lo stesso. Purtroppo il destino non era dalla nostra parte. La nave sulla quale mi trovavo apparteneva ad un mercante di Costantinopoli, ma durante il viaggio fummo attaccati dai pirati. Ne uccisi alcuni durante l'assalto, ma dovettimo approdare in fretta e furia. Sono giunto fino a qui a cavallo dalle coste occupate dai Mori della Ispagna >>.

 

[Quotifax#13.03.2026.Operazione.Anti-Clandestini.Coste.FL] Abbordaggio: la nave criminale reagisce con armi da fuoco pesanti e fugge: bilancio 3 agenti morti, 5 agenti feriti, 1 motovedetta distrutta

 

<< Ho desiderato e preso la donna d'altri. Non lo feci con premeditazione, credevo fosse solo una giovane contadinella, le stavo concedendo il grande privilegio di poter avere il figlio bastardo di un uomo di nobile lignaggio come me... Anche se, in seguito, contattai il suo signore e lo avvisai dell'accaduto, ricevendone il perdono per aver usurpato il suo jus prime noctis >>.

 

[Rapporti.Psycosquadra#24.04.2026.San.Francisco.CA] Stupro: vittima Taylor Hayes. Identificazione aggressore come #HDVD3243: verifica incrociata per sospetto cyberpsicosi. Responso dubbio.

 

<< Oltre a questo ho imprecato, anche se sporadicamente e senza intenzione profonda. Ed ho combattuto ed ucciso una dozzina di uomini nel mio ritorno. Se quasi tutti erano infedeli destinati comunque all'inferno, ed è un bene che abbiano smesso di appestare questa terra; un paio erano forse cristiani, ma essendo banditi li ho giudicati, condannati e giustiziati come rientra nelle prerogative di un cavaliere. Certo avrei preferito vederli penzolare da una corda come si adatta a tal schiera di feccia, ma mi trovavo in terre straniere ed ostili, e si sa che le vie del Signore sono infinite >>.

 

Nel mezzo del deserto della california, privi di sepoltura, si asciugano lentamente i corpi degli Arabic Brotherhood, banda il cui simbolo era la mezzaluna islamica. J.T. Kook, sergente ucciso in servizio ad un posto di blocco ai margini di Los Angeles, è sepolto nel cimitero di famiglia nel Tennessee. Marcus Brody, funzionario del museo di passaggio per è in coma irreversibile al Prime Hospital.

 

<< Ne ero sicuro. Capirete la mia irruenza nell'insistere a chiedere una confessione, Padre, questa è forse la prima terra sinceramente cristiana in cui mi trovo a camminare da chissà quanto tempo >>.

 

In risposta ad un leggero movimento del corpulento fisico, il confessorio traballa. La testa casca per terra.

 

<< Non mancherò, Padre. Grazie per il suo tempo. Starei volentieri a parlare con lei, ma la vita di un cavaliere è piena di obblighi, non posso fermarmi per cena. Grazie della sua comprensione, ciò la confà. Arrivederci >>.

 

Le strade ciottolate di Burges si erano coperte di un leggero rivolo d'acqua. Gli stivali del Cavaliere Hoek De Van Distrat, feudatario de Lyonne, formano piccole increspature nella corrente, che dalla città alta e dal fortino scendevano verso la zona popolare. Il cavallo di Van Distrat, di nome Harvey, era legato ad un muro al limitare della cerchia interna di mura. Era uno stallone bianco candido, con barbigli e criniera color acciaio. Il Barone di Rednose in persona glielo aveva regalato, segnando la sua investitura a cavaliere da ragazzotto di nobili origini.

 

Nessuna delle telecamere della zona corporativa puntava verso l'esterno, quindi nessuna inquadrò una enorme figura che si avvicinava ad una V-Rod del 2000 color perla.

 

Un paio di monelli cenciosi, coi denti segnati dallo scorbuto ed i buchi del vaiolo sul volto grezzo, gironzolavano attorno al suo destriero, gettando sguardi avidi alle borse da sella in arcioni. Con sguardo accigliato, ma senza crudeltà gratuita invisa al Signore, Hoek li prese a calci facendoli scappare lontano mugugnando.

 

Tre posers drogati prendono due cybercalci in faccia, ognuno s'intende. Uno perde metà dei denti, l'altro se la cava senza gravi conseguenze ed il terzo resta riverso sull'asfalto. I suoi compagni saccheggiano le dosi che gli restavano e rivendono a breve le sue parti di ricambio.

 

"Plebei", pensò tra sè e sè con un gisutificato e leggero moto di disgusto. Chissà cosa ne sarebbe stato di loro nel mondo se il Nostro Signore Santissimo Gesù Cristo non avesse intercesso nella Sua Infinita Misericordia per i poveri, gli storpi, e il popolino tutto...

Movendosi per la città, Hoek cercò con lo sguardo una locanda atta al suo lignaggio, adeguata a riposare le eroiche ma stanche membra. Il suo sguardo si infiammò nel vedere una compagnia di Mori, un equipaggio di una nave pirata di certo, zonzolare attorno al porto. Li avrebbe caricati lancia in resta, ma fermò la sua mano carica di nobile sdegno appena in tempo, fermato da un fugace pensiero: forse quella feccia stava, almeno sine all'indimani, nelle grazie o ai servigi di qualche altro suo pari. Era disdicevole che un nobiluomo cristiano potesse pensare di assoldare o, peggio ancora, proteggere tali pirati ed infedeli immeritevoli di fiducia; ma sarebbe stato forse persino più inappropriato se si fosse abbassato ad attaccare briga o far saltare qualche testa mercenaria senza prima commendare un messo a chi li aveva ai suoi servigi.

 

I ragazzi degli Afrikaans stanno per attaccare briga con quel tipo che li squadra sdegnato. Per fortuna, non si sa di chi, una coppia di corporativi che si sono persi diventa il loro intrattenimento mentre il tizio si allontana.

 

Tutto preso nei suoi pensieri, quasi non si accorse di essere giunto dinnanzi ad un ostello. Era costruito con cura, o almeno così pareva. Solida pietra e robuste travi, probabilmente quercia. Lo scudo appesa fuori dall porta recava l'icona di un cavallo rampante che con gli zoccoli schiacciava un serpente. Hoek non ebbe neanche un dubbio sul fatto che raffigurasse i valori della cavalleria che schiacciavano l'insidia costituita dal Maligno. Entrò con nobile portamento, lasciando fuori il cavallo.

 

Il Ride Hostel. Motel per motociclisti squattrinati. L'insegna è un biker che passa sopra un posto di blocco della polizia.

 

<< Locandiere, voglio una camera delle meno pulciose che hai e stallaggio per il mio cavallo. Manda in fretta i tuoi garzoni, che voglio riposare >>. Si voltò sedendosi sulla poltrona più in sesto della sala, e gettando sul bancone due pezzi d'argento.

<< Non credo di aver capito quale è il vostro cavallo, messere >>.

<< Quello bianco qui fuori, quale altrimenti? E sbrigatevi se non volete assaggiare qualche scudisciata bene assestata >>.

 

Il locandiere, strano a dirsi, sostenne per un momento lo sguardo del cavaliere. Quest'ultimo stava per fargli saltare i denti per la sua impertinenza, quando l'oste smise di sfidarlo e voltà gli occhi ai pezzi gettati sul bancone: infido brigante! Era forse un ebreo? Dubitare dell'onestà di un cavaliere! Hoek concluse che il giorno dopo sarebbe andato a parlare con il feudatario della città: pareva che non tuti i plebei ponessero la giusta attenzione al lignaggio ed al diritto di nascita.

Comunque, il locandiere prese i pezzi, alzò le spalle ed indicò al cavaliere una stanza separata dal resto della locanda. La cosa non gli dispiaque.

 

Lo straniero dallo strano comportamento si alza e si sposta nella camera #06 del motel. Il proprietario dirà, in seguito: << sì, naturale che era un po' ‘strano', ma poteva essere un nomade sbandato o un posers strafatto. Non è mica il mio lavoro fare domande >>.

 

La stanza era mediocre, ma il materasso stranamente di piume, o qualcosa del genere: non si trattava di un semplice pagliericcio, come nella maggior parte delle locande di strada in cui Hoek si era fermato durante il viaggio. Un paio di grezzi mobili di legno ed un vaso da notte alloggiato dietro un paravento, a lato della stanza, completavano il quadro.

Chiuse la porta con attenzione e spostò due comodini vicino alla porta ed alla finestra. Non avrebbero impedito ad eventuali tagliagole o malintenzionati di entrare nella stanza, ma non servivano a quello. Il loro scopo era fare in modo che Hoek si svegliasse giusto in tempo per dare ad eventuali malviventi l'accoglienza che si meritavano.

Si diede una rinfrescata al volto con un po' d'acqua in un bacile dietro il paravento, si tolse l'elmo, i bracciali ed i cosciali. Ripose il torso cesellato dell'armatura di fianco al letto e si distese. Sprofondò quasi subito in un sonno profondo.

 

La pattuglia si ferma nel parcheggio del Ride Hostel. Il collega più giovane nota con la coda dell'occhio la moto color perla. Entrambi si avvicinano: il modello è quello, ma non c'è alcun numero di targa a cui fare riferimento. Sarà sicuramente un falso allarme, ma meglio controllare.

 

Hoek si svegliò immediatamente appena sentì nitrire il suo cavallo. Si avvicinò alla porta, e si accorse che qualcuno stava salendo le scale. Indossò torso ed elmo dell'armatura, sfoderando la spada e mettendosi ben piantato dietro alla porta. Se avessero cercato di entrare, chiunque essi fossero, avrebbero avuto una inaspettata sorpresa.

I passi arrivano fuori dalla porta. Hoek, con il suo udito sopraffino ed abituato a discernere i più sottili rumori nel clangore della battaglia, sentì che discorrevano di qualcosa con fare sereno. Probabilmente non erano tagliagole, ma meglio aspettare per esserne sicuri.

Gli intrusi, due probabilmente, si fermarono dall'altra parte della grezza porta di quercia. Bussarono e chiesero di entrare.

<< Messere? C'è qualcuno? >>

Hoek stette immobile. Voleva tastare la loro determinazione.

<< Messere? C'è qualcuno in questa stanza? Dobbiamo farle qualche domanda >>.

Hoek si avvicinò ad un foro nella porta e guardò fuori. Due individui armati con spade, che portavano lanterne. Forse erano guardie cittadine... no. Mercenari piuttosto, anche se la loro casacca sul momento ad Hoek non ricordò nulla. Aveva già avuto a che fare con dei mercenari: plebei brutali ed avvezzi alla violenza, con cui un cavaliere a malincuore prima o poi doveva condividere delle battaglie. Questi però non erano suoi alleati, Hoek ne era quasi sicuro.

I due fuori dalla porta si guardarono, poi uno sfoderò la spada e si mise di fianco alla porta. L'altro gettò un occhio in basso, verso le scale e l'ingresso. Hoek non ebbe bisogno di guardare per capire che stava gettando un'occhiata verso l'ingresso della locanda. Maledetto oste! Non gli era piaciuto dal primo istante!

Quando uno dei due mercenari sfondò la porta, Hoek non ebbe dubbi sul da farsi: ignorava da chi, ma pareva che fossero stati mandati lì come minimo per catturarlo. Il primo venne sbilanciato da un colpo con la mano aperta di Hoek nel momento esatto in cui la porta cedeva. La spinta lo fece volare contro il muro, e si accasciò a terra.

Il secondo mercenario, ancora fuori dalla porta, menò tre o quattro fendenti attraverso gli stipiti vuoti, ma non aveva lo spazio necessario per colpire Hoek con forza. Un suo colpo si infranse sul muro, l'altro arrivò debole ed inoffensivo a rimbalzare sulla corazza del cavaliere. Nel frattempo, quest'ultimo era già sul pianerottolo. Con un movimento fluido della mano, dopotutto era un combattente estremamente addestrato, molto meglio di un comune mercenario, fece saltare la mano della spada all'attaccante. Il nemico si accasciò a terra.

Hoek radunò in un istante le sue cose, visto che per fortuna non svuotava mai del tutto le borse da sella di Harvey, e si avvicinò al cavallo. Mentre gli saliva in groppa vide un quadrello di balestra conficcarsi nel terreno accanto a lui. Ad un paio di dozzine di metri, l'oste stava urlando qualcosa e brandendo una balestra leggera ad una mano.

Per fortuna quel plebeo si era fatto notare, nella fretta di andarsene Hoek stava dimenticandosi di lui. Non era il caso che un tale tracontante ed infido individuo avesse una tale locanda, peraltro con un'insegna tanto nobile al suo esterno da far credere di essere un ottimo rifugio per un cavaliere errante. Prese una fiaccola, l'accese e la lanciò contro la struttura di legno mentre il proprietario gli scagliava un altro dardo, con mira migliore ma non ancora sufficiente.

Si allontanò nelle notte mentre le fiamme alle sue spalle gli illuminavano la strada.

 

[Quotifax#30.07.2026.Assalto.al.Motel.Night.City.CA] Durante un normale controllo di routine in un motel, un soggetto non ancora identificato ha aperto il fuoco contro gli agenti Trouble (gravemente ferito) e Bumblebee (deceduto). Il criminale ha poi attaccato il proprietario del locale scagliando granate e demolendo l'edificio, causando altri 2 morti e 25 feriti.

 

Per le corna del demonio, mai un attimo di pace. Evidentemente il Signore riteneva che la dote che gli dovesse essere messa ora alla prova fosse la pazienza. Pensò per un po' a dove dirigersi. Certamente, anche se era abbastanza vicino, non sarebbe tornato a casa. Aveva sì vissuto qualche avventura, ma sentiva di non aver ancora compiuto completamente il proprio dovere cristiano. La Spagna poteva essere una buona scelta, era forse a meno di un mese di viaggio, e di mori da sgominare ve n'erano a frotte. Il ricominciare a dirigersi verso la terrasanta a piedi era un'altra possibilità. Via mare aveva fallito, era vero, ma via terra probabilmente ce l'avrebbe fatta, sempre che gli abitanti dell'Impero d'Occidente, sulla cui blasfemia o meno non si era ancora fatto un'opinione, lo avessero fatto passare senza problemi verso Gerusalemme. Quali altre alternative? Pensando ale leggende della sua infazia Hoek riflettè anche sulla possibilità di recarsi verso Albione in cerca di Avalon e della sepoltura di Re Artù, oppure di dedicarsi al rintracciare il sangue del Cristo in Francia, dove da qualche parte giaceva il Sacro Graal.

 

Era immerso in questi cavallereschi pensieri quando vide in fondo alla strada il Cavaliere Nero. Era su un cavallo possente ed immenso, sicuramente in grado di rivaleggiare col proprio stallone. Sembrava immobile, solo la punta della lancia puntata verso il cavaliere ondeggiava leggermente a destra ed a sinistra.

Assestandosi l'elmo e l'armatura e salendo a cavallo, Hoek vide che il Cavaliere Nero sollevò un'insegna, un blasone che lui non riconosceva: si trattava di un uomo in armatura, un cavaliere, che veniva abbattuto da una lancia completamente nera. Astuto, riconobbe Hoek, ma lui non si sarebbe lasciato impressionare.

 

<< Il mio nome è Hoek De Van Distrat, Cavaliere Bianco. Quale è il vostro, di grazia? >>.

<< Io sono il Sergente Bret Ellis della Compagnia Cittadina Psycho, arrendetevi e lasciatevi catturare >>.

<< Un cavaliere nero privo di propria insegna, anche se con grado militare, non si confà a dare ordini ad un cavaliere di nobile lignaggio >>.

<< La mia autorità è quella del Duca della città, è lui che ha richiesto la vostra cattura >>.

<< Cosa? Tutto questo è inaccettabile! Presenterò di persona le mie rimostranze al Duca, non appena avremo risolto la nostra questione >>.

<< Devo dedurne che non avete intenzione nè di ascoltarci nè di seguirci? >>.

<< Deduceste bene >>.

<< Allora, messere, quello che ci resta non è altro che la pugna >>.

 

Detto questo, il cavaliere nero partì al galoppo verso il cavaliere bianco.

 

Il cyberpsicotico avanza con la moto alzando il braccio sinistro, dotato di un'arma pesante. Il poliziotto si tuffa verso destra, mentre il colpo esplosivo infrange la corazzatura della moto, e risponde con un proiettile interfacciato di autocannone .50, centrando il petto corazzato del bersaglio.

 

A terra, sbalzato dagli arcioni, Hoek si rotolò nell'armatura. Il peso del metallo lo ingombrava, e non riusciva ad alzarsi in piedi. Aveva decisamente sottovalutato il suo avversario, era certamente un grande cavaliere di nobile lignaggio. Nessun altro avrebbe potuto combattere tanto bene da sconfiggerlo, lui che era il fiore prediletto della dolce terra di Francia e discendente di sangue materna dal Santo Carlomagno.

Mentre vedeva il suo avversario avvicinarsi, Hoek sollevò la visiera dell'elmo per vederlo meglio: la sua armatura era assai più riccamente decorata di quel che pareva a prima vista: sottili intarsi neri di grande pregio la cesellavano in ogni luogo, ed anche la lancia e la spada del suo avversario erano altrettanto di valore.

Nel momento di transizione tra la vita e la morte: quando non sì è nè da una parte, nè dall'altra; Hoek vide distintamente una luce nel cielo, una croce di enormi proporzioni che si avvicinava. Non ebbe nemmeno un dubbio che si trattasse dell'Arcangelo Gabriele, l'angelo combattente dalla spada di fuoco, venuto a portare via la sua anima nel posto che le spettava di fianco al Signore ed ai nobili cavaliere del passato.

Il suo ultimo pensiero fu un fugace e fiducioso abbandonarsi a Dio.

 

[Rapporti.Psycosquadra#31.07.2026.NightCity.CA] Contatto con soggetto #HDVD3243: all'ordine di fermarsi il soggetto rifiuta, seguita la procedura standard. Mandato di Terminazione N°2026/354. Soggetto Terminato poco prima dell'intervento della squadra AV. Procedura di rianimazione fallita.

 

 

 

 

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