Era una giornata come tante, il sole oscurato da decenni aveva fatto dimenticare la bellezza della luce. La pioggia,insistente, batteva un ritmo frenetico sulle finestre esposte al grigio di una metropoli decadente e scaduta da anni. L'unica luce che illuminava le nostre vite era maledettamente sintetica, neon traballanti schiarivano incerti futuri poco rosei. Non vi era speranza no, non se ne vedeva..
Io restavo in silenzio seduto sul divano, luci spente, olotivù sontonizzata su un canale di musica jazz, la paglia accesa che si consumava viziando l'aria. In silenzio mi lasciavo trascinare nei pensieri cercando di trovare me stesso, cosciente del fatto che probabilmente non ci sarei mai riuscito. Non andavo a lavoro da giorni ormai, la barba incolta e un tasso alcolico sintetico nel sangue superiore ai limiti consentiti dalla legge proibizionista del cazzo che ha varato il nuovo governo. Crisi da cyberpsicosi la chiamano, io la chiamo "sono fottutamente stufo di questa merda". Stavo bene con la mia "dipendenza" ma ora tranne qualche piccola caduta verso il basso mi sento migliore. Sfamo il piccolo mostro che è dentro di me qualche volta, come questa settimana, alcol, paradroghe e nicotina ogm. Lo so non mi fa bene ma poi tiro avanti mesi senza abusarne. E' un paradosso, ma cerco di sopravvivere come fanno tutti, e sinceramente credo di riuscirci meglio di altri. La depressione se ne è andata, poi l'alcol e le drogucce varie te la fanno tornare. Ti abbandoni sui cuscini di tessuto filotecnico, piangi magari come un bambino ma domani passa e non ricordi.
Ma qualche sera fa, ho rivisto la luce, e non parlo di quella giallastra artificiale, parlo di luce bianca, pura e candida. Lei era li al TroxBar e attirò la mia attenzione perché suonava uno di quei pianoforti vecchi di una volta, quelli del ventesimo secolo. Il loro funzionamento è essenzialmente analogico, non hanno nulla di tecnologico ma semplici corde di dimensione diversa con tensioni differenti che vengono sollecitate da martelletti collegati ai tasti. Erano anni che non provavo un'emozione cosi forte. Lei era bellissima, con questo vestito rosso di seta e la scarpa con il tacco dello stesso colore. Gli occhi chiusi, come se fosse in un altro mondo, le sue mani danzavano con sentore sui tasti in un movimento sensuale, quasi erotico, sembrava che il pianoforte fosse la cosa che lei più amava e lo stesse toccando, accarezzando, coccolando e lui lui le era grato e le rispondeva con sinfonie angeliche. Vado sempre al TroxBar di venerdì perché fanno buona musica e lo stile retro del 2000 mi piace abbastanza. Conosco a memoria tutti i gruppi oramai fanno serate di venerdì e li ascolto con piacere. Mi piace abbandonarmi in quel locale e sognare una vita migliore come era anni fa.. Ma lei, lei non ha mai suonato qui, mentre la osservo in tutta la sua angelica presenza progressivamente con convinzione sempre più forte acquisisco la sensazione che l'ho già vista da qualche parte, ma le drogucce mi rallentano la memoria, decido quindi di abbandonarmi alla sinfonia della straniera ...

... Continua ...
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