...e mail...Giocatore Odisseo - Master Pauline

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09 Dic 2008 21:11 #4693 by Pauline
Pauline created the topic: ...e mail...Giocatore Odisseo - Master Pauline
Piccola premessa, in genere è il master a iniziare la cronaca, ma questo è un caso anomalo, è un caro amico un pò "originale" e con una fantasia galoppante, lascio giudicare a voi lettori, sono curiosa di sapere che ne pensate, commentate grazie:

1.1 "burbon sintetico"
(Odisseo)
]
quella faccia da vecchio rudere di periferia squadra la ragazza attraverso il syntvetro ambrato, il jack daniel's lì dentro costa certo più ell'intero arsenale che si porta addosso, ] Tira un sorso mentre lei, attonita, cerca di dargli un'età. ] stave per dirlo, per darle della puttana, ma poi le labbra secche s'attaccarono maniacalmente al bordo del bicchiere, finendo il sorso con un sospiro remoto: ]
le luci nel locale sembravano volere impigrire la situazione, lui stiracchiò le gambe sotto il tavolo, lei avvertì uno scricchiolio salmodiato da una bestemmia: ] gli occhi erano arzilli, profondi e piccoli, contornati da una foresta di rughe e segni: una specie di codice breilli scritto dall'età, dalla strada e da qualche innesto andato in corto.
]
improvvisamente gli occhi mai fermi si piazzano sul viso angelico - un sorriso sintetico, una bioscultura standard - della ragazza: ]

1.2 "burbon sintetico"
(Pauline)
La ragazza continua a sorridere, del resto la pagano per quello, anche per sopportare i vecchi ruderi come quel tizio che ha di fronte, li odia quei pezzi di avanzo dell’umanità, sempre a lamentarsi manco avessero il mondo sulle loro spalle.
Che ne sanno loro di quant’è duro crescere da sole in quella città sintetica, sopravvivere alla violenza, alla fame, alle droghe…non sanno niente della vita loro e i loro ricordi vecchi come il jack daniel’s sintetico che quel tizio sta bevendo.
L’uomo non le piace, ma ha una regola speciale Jenny, il cliente è sacro, basta che paghi e quel tizio la consumazione l’aveva pagata.
Infila la mano in una tasca nella tuta variopinta, lo sfondo olografico cambia a secondo del cocktail servito, estrae un bigliettino da visita, un banalissimo e antico biglietto da visita di comune carta…lo lancia al vecchietto e gli dice, sempre sorridendo: ]
Si volta e muovendo le anche in maniera esageratamente sensuale, quasi da essere ridicola, lo lascia li da solo con i suoi pensieri, le sue paure, perché anche se non lo ammetterebbe mai…lui ha paura.

*Vendo e trovo tutto, anche la tua mamma se non l’ho già venduta
  Pauline Tunwarm – Ricettatrice della Cyborg Squad
  Tel. 005533887911123 – Chiamami!*

1.3 "burbon sintetico"
(Odisseo)
*un raro colpo di genio rende luminoso lo sprawl*

osservando il culo dozzinale in una tua originale, al vecchio venne in mente quella frase. l'aveva comiata un suo amico, il gestore zoppo di un postaccio sul hong fend road, angolo con yamamoto drive.
Tiene il biglietto tra le dita: "ah, dunque questa qua conosce mamma yakuza".

tira su col naso e si abbatte come una quercia sotto il temporale -immagine anacronistica che aveva sentito in un oloromanzo- sulla seggiola di plastica, che scricchiola, un pò come tutto il suo fottuto mondo.

si gingilla per un pò, quando al tavolo ecco sedersi proprio davanti a lui il più bel sorriso che sia mai passato tra le sue cosce negli ultimi cinquanta anni, cioè da quando a dieci anni aveva cominciato a darsi da fare sotto le sottane, a scuola. lei, una bioscultura nuova da quelle parti, lo osserva. poi col tono suadente abbozza un approccio: ]

tlick

ecco, bisogna dire che "tlick" non è mai stato un buon segno. Il vecchio Joey Bearsiege (che nome del cazzo) diceva di stare sempre alla larga da Tlick, Sziiip, e Swiiing. ma soprattutto da "Tlick", si: quello era il peggiore.
Il vecchio osserva la bioscultura: nuova, morbida. sembra quasi vera come quelle dei videogiochi. e intanto pensa all'offerta: ]. poi sorridendo pensa "al costo di sembrare uno vecchio stile, il piscio è meglio del jackie sintetico, porcocazzo".
lei continua a sorridere: ], sospira profondamente.
] prende tempo il vecchio. c'è sempre il problema del "Tlick".
lei passa la lingua rosa sulle labbra rosse come sangue, mentre afferra una bottiglia dal tavolo accanto e st(r)appa il tappo di metallo coi denti.

]gulp] sorride il vecchio. la sua attenzione oscilla ubraica tra la succhiacazzi, il potenziale-piscio nel bicchiere e "Tlick".

]
ah, ecco il problema. Il vecchio sorride ed esclama con la sua affascinante non-chalance un pò retro: ] una pausa osservando le sopracciglia della mascellona-trita-cazzi davanti a lui piegarsi leggermente insospettito ]

...
SGABRANG!
...

Un bel tavolo in faccia era l'unica possibile risposta a Tlick. la mercenaria si trova il tavoloaccio addosso, perde la pistola, non prima di avere lasciato partire un "colpo accidentale".

"'fanculo" pensa il vecchio, un dolore alla gamba zoppa ("... un proiettile o il peso del tavolo??? me ne ocuperò dopo...") s'alza mentre la situzione sembra proiettata improvvisamente su di lui. La pisciona grida: scommettiamo che c'ha amici nei paraggi? "ok, io mi squaglio..."

muy rapido per un vecchietto, in un due balzi sta davanti all'uscita. Un tipo gli sta davanti ("chissà se è del club dei piscioni-strappa-cazzi?").

il vecchio gli sorride: ]

1.4 "burbon sintetico"
(Pauline)
Il gigante biondo non sorride, digrigna i denti, una favolosa dentatura d’acciaio, un po’ fuori tempo, come del resto lo è il vecchio “dal tavolo facile”, filtra tra le labbra ricostruite troppe volte.
Sei piccolo, tu sembri una pulce di cane bastardo nei suoi confronti.
Tremi? Naaa…non lo faresti mai nemmeno con una bara sulla testa, intendo proprio “sulla” testa, non è piacevole in effetti avere un tale peso al posto dei capelli.

Bzzz

Una luce azzurra si materializza come per magia tra le dita della mano destra del gigante biondo.
Mi sa che questo è un po’ più tosto della “signorina-dall’estrazione-facile” che hai incontrato due secondi fa nel locale.

Bzzz

Un altro…acc… è doppio segno di rogne in arrivo. Mano sinistra illuminata, come la destra, le dita emanano una luce azzurra, per una lunghezza di venti centimetri circa.
Il gigante alza la mano e sfiora il tuo viso, lo senti, il calore che emanano i raggi laser.
Ride come un folle, gli occhi arrossati dalle troppe droghe sembrano sbranarti, non usa cyber-ottiche, o forse sono impianti naturali potenziati geneticamente.


2.1 "cerco lavoro"
(Odisseo)
] Il biondo guarda il vecchio senza sguardo, quasi come se non sentisse.
Un fremito nella voce quasi tradisce il vecchio: ]
Il palmo del vecchio si apre lentamente all'insù: ]
Un sorriso del vecchio mentre mostra fiero quell'arma rara quanto insolita: ]

[l'arma è presente sul manuale chromebook 5th - avenger defence, credo sia ragionevolmente possibile usare un'arma classificata come "C" visto che richiede un solo minimo innesto che viene descritto come "praticabile in anestesia locale, anche da cyberdoc di strada". faccio presente che essendo stato, millenni fa, un master di alcuni giochi, mi piace non dare subito info dettagliate, se non su impianti rilevanti e "da approvare", affinchè anche il master si diverta. insomma, il biondo, non dovrebbe sapere cosa io ho, e se lo sa il master è come se lo sapessero tutti i kiei nemici. convincente come ratio ludis? se non fosse così, la prossima parte la taglierete e rifarete voi onnipotenze della masterclass]

Il biondo osserva il vecchio, i suoi occhi no. le lame di luce, che ronzano noiosamente mettono in chiaro l'ansia di entrambi.
"e se ti taglio la mano? cosa fai col tuo giocattolo?" sembra chiedersi il biondo.
]

con un gesto sorprendetemente veloce, il doppio cilindro appiattito passa da una mano all'altra, e il cavo di alta tensione si allunga a dismisura: andando da una mano all'altra per poco più di un metro: ]

il biondo si scosta. il vecchio passa. la strada si allunga alle due estremità. il vecchio ritira l'arma e pensa all'indirizzo e al telefono di quella che vende madri e nonne ai traffianti egiziani, una tale paula-succhi-cazzi o paola-ti-vendo-le-tette-di-mia-bisnonna.

"mi sa che le devo fare uno squillo: o quel debito lo pago o la prossima volta non arriveranno un biondo e la sua sturacazzi..."

gira l'angolo, s'avvicina ad un comlink pubblico e prima di digitare il numero chiude lo yoyo: ] bofonchia tra i denti mentre sul comlinki appare una faccia indefinibile: ]

2.2 "cerco lavoro"
(Pauline)
]
Pauline resta per qualche secondo a guardare il ricevitore, perplessa, poi si alza dal divano facendo cadere a terra un piccolo "coso" spacciato da un fornitore per un congegno altamente tecnologico.
"Porc...e dove diavolo sarà finito ora? Che giornataccia!" brontola mentre si mette in ginocchio e tasta il pavimento in cerca del "coso".
Una porta si spalanca, passi pesanti sul linoleum blu la avvisano che è entrato il suo fratellino.
Senza nemmeno alzare gli occhi gli urla ]
Lo sente sorridere e fermarsi.
] mugugna divertito.
]
]
La ragazza scoppia a ridere.
] a quel punto si alza in piedi e un piccolo rumore di vetri rotti le fa capire ...che il "coso" era proprio li...sotto i suoi piedi!".
Alza gli occhi al cielo e poi fa un gesto con la mano come per dire "va al diavolo".
]
L'unica cosa che riesci a vedere tu prima che Pauline si accorga di non aver chiuso la conversazione  con te è il suo fondoschiena molto sensuale, poi il buio ti lascia li a meditare sulla visione del tuo futuro datore di lavoro.

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12 Dic 2008 15:43 #4698 by Pauline
Pauline replied the topic: Re:...e mail...Giocatore Odisseo - Master Pauline
(Odisseo)
]
il vecchio sorride attravrso l'interfono, non che l'interlocutore se ne accorga. e nemmeno il suo notevole "vantaggio competitivo".

poi, sentendo il fruscio di voci in secondo piano mentre l'oggetto semisferico dalle innegabili affascinanti fattezze si dimena davanti a lui cerca di calibrbare la situazione: professionista distratta oppure una assoluta mezzacalzetta? ma è un altro il pensiero che gli si arpiona allo stomaco: "e come cazzo ci arrivo a New Hope in un'ora?!?"

temporeggia sullo schiappettamento, mentre una vocina sussurra all'orecchio "...non ci arrivi di certo se resti lì a sbavare sugli accumuli di lipidi e massa rossa del tuo datore di lavoro".

un nuovo sorriso, mentre cerca di afferrare qualche parola della conversazione, pensando: "...pochi lipidi... molta massa muscolare in ottime proporzioni e di ammirabile consistenza..."

l'ambiente dal comlink sembra decente: non è una poveraccia. e quel culo non può essere vero, quindi è biosolpito: molti soldi.

"bene, andiamo" Un velotaxi sarebbe l'ideale... ma nache avere i soldi per pagarlo. infila le mani in tasca, rumina un pò, ha dei chip di credito. falsi. e non hanno mai funzionato... "vabbè, magari trovo un velotaxi già crackato e me li prende..."

la corsa fino a new hope è leggera, è veloce. in quell'inverno che sembra durare da secoli, con la neve che cade già sporca sulle banchine del porto, il tepore del taxi è gradevole. il jack in circolo veloce... un leggero torpore si impossessa della sue ossa, scivola leggermente sui sedili di pelle sintetica, mentre una musica dozzinale riempie l'aria e le sue orecchie. il mondo socrre grigio e scintillante oltre i vetri oscurati... lontano, nella city, i palazzi di cristallo orbitale delle corporazioni. ricordi. il profumo delle pinate sintetiche... le segretarie sorridenti, il suono appuntito dei tacchi a spillo su pavimenti scintillanti. il sapore del caffè che veniva offerto, e quelle parole, quei monosillabi giapponese... "aì", pensa il vecchio, "era sempre e solo aì!"... gia la testa piena dei profumi sintetici da poco prezzo della vettura, che si piega girando lontano dlla city e dai suoi ricordi, verso il porto. verso altri ricordi. il vecchio "kuchikukantai", la sua terra promessa di tante notti friggendosi i lobi violando l'inviolabie... una donna... anche lei, violata come l'inviolabile ice nero dei giapponesi... l'abito tradizionale a fiori rosa, rossi, bianchi, 50 crediti, i sanali di chanel, 50 crediti prego, le lunghe gambe bianchissime...

]

]

il driver prende il chip e lo infila nel lettore..........


(Pauline)
Naturalmente il chip viene risputato fuori all'istante.
L'autista inizia ad innervosirsi, urla qualche parola in dialetto che nessuno potrebbe capire ed estrae una banalissima pistola di piccolo calibro.
Te la punta sotto il naso...poi una mano grande spunta dal finestrino aperto, è velocissimo, gli stacca un dito, il sangue non esce, era un arto cyborg.
L'altra mano porge un chip vero all'autista, che brontola, ma se ne va lasciandoti li con quel gigante buono.
]
Ti fa cenno di seguirlo dentro a un magazzino mezzo diroccato, ma quando entri l'enorme hall è perfettamente ristrutturato.
Il locale è diviso in due, da una parte ci sono vari mezzi meccanici, da moto d'epoca alle più moderne auto su cuscinetti d'aria, mentra l'altra metà è occupata da apparecchiature scientifiche, un laboratorio chimico.
Il tizio di accompagna su un soppalco...e li vedi il famoso sedere del tuo nuovo datore di lavoro, questa volta però è in piedi che controlla una vecchia lampada alogena, che non ne vuole sapere di funzionare.
La donna è vestita con un paio di pantaloni di pelle nera attillati e un dolcevita sempre nero, si volta e ti fulmina con il suo sorriso dolce ed accogliente.
I capelli biondi raccolti in uno chignon lasciano cadere alcune ciocche sul suo viso, gli occhi azzurri sembrano quasi rispecchiare la tua immagine.

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18 Dic 2008 16:57 #4725 by Pauline
Pauline replied the topic: Re:...e mail...Giocatore Odisseo - Master Pauline
(Odisseo)
"chissà perchè l'attenzione non cade sullo chignon, nè sui graziosi ciuffi biondi arruffati". Il vecchio, cerca di non trasalire per la situazione un pò anomala che si è creata: non era il primo datore di lavoro dotato di natiche meritevoli, nè il primo armadio semovibile che lo tirava fuori da un guaio... ma l'intera situazione gli ispirava qualcosa di molto retro... molto virtualmente perfetto... come in quei romanzi di Dick...

] disse lui senza nemmeno guardare l'interlocutrice, che si girò di scatto, trasalendo: ] voce da pornostar.

il vecchio alzò gli occhi, che restarono fermi e impavidi piantati come ragi di luce sul viso angelico di chiappesode: ]

doveva essere una battuta, ma lacerò l'aria tra i due con la violenza di una katana sull'acciaio cromato.

"un tipo davvero strano... mi sembra... mi ricorda qualcuno..." pensò la dolcezza sculettante, mentre gli faceva spazio, senza concedergli il piacere di sbrigargli l'imbarazzo delle rpesentazioni.

si accomodarono in un salotto retrò, con tecnologia seminascosta in mobili, che, se di legno vero, avrebbero avuto un valore incalcolabile, perciò il vecchio che erano falsi, di sinthlegno siberiano.

]

i due restarono zitti a fissarsi: lei emanava sesso, lui puzza di burbon. lei era un origami di luce posato su un fiore di ristallo, lui il bidone della spazzatura sotto casa.

], la ragazza abbassò il suo sguardo letale per la combinazione di dolcezza, desiderio e caloore artico e sembrò glissare ironicamente su quella professione come un'orchestra di ottoni tra die passaggi di strofa, ] sorrise, ironicamente.

il vecchio tirò su catarro col naso e deglutì rumorosamente. poi restò zitto a fissarla un paio di secondi "no, questo non credo che le farà salire il desiderio di farsi sgroppare da me..."

] disse sorridendo lui e abbassando il capo brizzolato e disordinato.

"cazzo, è in imbarazzo!!!" pensò lei.

] disse lui senza muoversi dalla postura imbarazzata.
]

lui alzò il suo sguardo, improvvisamente sincero, forte, magnetico su di lei, mettendo a disagio anche le pareti della stanza: ]

silenzio.

]

silenzio, ancora.

]





(Pauline)
Pauline ti sorride, un sorriso complice, devi aver fatto colpo sulla ricettatrice, o forse lo ha fatto solo il tuo non-curriculum decisamente originale.
Abbassa un attimo la guardia, alza quello spettacolo di eleganza che corrisponde alla sua mano destra, dita lunghe e sottili, unghie perfettamente curate con smalto olografico che brilla come i suoi occhi azzurri, e ti fa cenno di attendere un minuto.
Si alza lasciandoti li da solo con i tuoi strani pensieri, mossa altamente sbagliata, mai lasciare un pazzo che si dichiara LoneStar da solo nel tuo ufficio.
Ma lei ama il rischio, più semplicemente sei sotto gli occhi di una sorveglianza che nemmeno la Yakuza stessa può vantare.
La ragazza non lascia niente al caso, tantomeno la sua sicurezza.
Torna, ti lancia un deck antiquato, assomiglia vagamente ad un personal computer portatile con un sistema operativo obsoleto, forse addirittura un antipaticissimo windows vista...e ti sussurra in un orecchio ] avvolgendoti con il suo profumo dolce e speziato al muschio bianco.


(Odisseo)
il vecchio osserva il deck, quasi per magia la scatola nera, scolorita, con una scritta argentata asus megadeck lo attrae per un istante più della sua interlocutrice. la cosa scuote la ragazza, che scivolando per un secondo nel mondo dell'incertezza tipicamente femminile mostra un lato così dolce che la fa assomigliare ad una p'allina di zucchero glassato al gusto di vaniglia avvolta ad un bastoncino bianco. ai tempi del vecchio si chiamamvano chupa-chupa.

lui torna a girare i suoi occhi inespressivi e stanchi su di lei. accarezza la scatola in un modo innaturale, sensuale e la guarda. la guarda attraverso le mani. e lei è a disagio. corruccia la fronte in maniera quasi impercettible, scivolando col pensiero in una sfera che non andrebbe mai nemmeno sfiorata.

] il suo profumo riesce ad inebriare anche il megadeck, quel vecchissimo modello che funzionava a megagiga, e non a gigakilogiga.

lui, improvvisamente sorride. è diverso, è... umano. è un uomo di quasi cinquanta anni che viene da un passato dove si sorrideva anche per mostrare imbarazzo. infila una mano nella giacca, ed ecco che kingkong biondo si agita. estrae una bustina rovinata, in skye, e prende un paio di ...

] escalama lei coprendosi la bocca, quella bocca semplice che al vecchio ispira solo una cosa ben precisa.

inforca sulle orechie quei sottili oggetti argentati rotondi, e poi la guarda, chinando il apo: gli fanno gli occhi verdi grandi e un pò ... come si chiamava quell'animale estinto...?

collega al guanto nero senza dita che già indossa uno spinoto usb2.0 qualcosa di ridicolo, e collega alla stanghetta degli occhiali un secondo cavo usb2.0, che al lato degli ochiali ha due fili scoperti. artigianale.

le lenti brillano e si opacizzano. ] escalama lei sorridendo, affascinata da quello strano accrocchio.
] dice il vecchio, la voce roca, di chi ha passato troppe notti sul jack daniel's distillato bene.

"come cazzo si usava questo? ah, start... cd-rom... eccetera. bene. wireless... eccolo... mmm... justo per precauzione..." pensa veloce, lei lo osserva senza vedergli gli occhi coperti e senza vedere che mentre lavora lui la guarda. emozionato. più per lei, che per il megadeck.

entra in rete. sugli ochiali compare un reticolo verde luminoso. le dita rapide nello spazio virtuale battono comandi, la rete si sposta. va su un collegamento neuale rosso. "ecco, questo è lui", pensa la ricettatrice. scaldandosi.

lui digita due comandi in rapida successione e apre una scatola di natale, ne estrae una palla rimbalzante e la libera: ]

il vecchio alza gli occhi: lui non può vedere che lei gli sorride eccitata da quello spettacolo vecchio di una ventina d'anni: il vecchio lonestar sta in pre-cyberspazio con un megadeck!

lei sorridendogli, non può vedere che quei suoi occhi da mago delle fiabe sono fissi sulle sue labbra.

] dice lui, quasi allegro, mentre la mente naviga altrove "saprei io cosa farti... ti bacerei. due labbra così belle non possono essere sprecate per niente cha valga meno di un bacio..."

(Pauline)
Pauline ti guarda divertita, sembra quasi capire il tuo pensiero, forse si capisce proprio dall'espressione del tuo viso, forse quel tuo desiderio è talmente intenso da essere palpabile...forse...
]
Si ferma per osservare la tua reazione.
Nulla.
Non sei spaventato, anzi ascolti rapito dall'interesse per quella richiesta, ti sei quasi dimenticato delle sue labbra, belle, dolci, sensuali e sorridenti...si ...sorride proprio a te.
Contenta della tua reazione Pauline continua la sua richiesta ]
Prende un chip di credito anonimo e te lo passa, la sua mano sfiora le tue dita ancora collegate, un brivido sale attraverso la tua pelle.
]


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19 Dic 2008 11:15 #4727 by Pauline
Pauline replied the topic: Re:...e mail...Giocatore Odisseo - Master Pauline
(Odisseo)
le dita. una sensazione cosi tattile di sessualità da rendere lo stomaco un vuoto senza fondo.
]

lei si gira appena quasi colpita da una sferzata di vento: ]

] il vecchio stacca tutto, bruscamente, senza mai piu guardare le ragazza, in maniera plateale ed ostentata. imbraca le sue poche cose in una tracolla di tessuto ibrido e sforzando il passo a girare su se stesso, si allontana. ha una leggera -ma ora accentuata- claudicanza.

inforca la via del porto, non saluta lascia la stanza e si ferma. sa che nessuno lo vede ed afferra la testa con una mano. non è una mano grande ma riesce ad estendarla in maniera innaturale per 32 centimentri da dito a dito. e la scuote. come se stesse cercando di cacciare un dolore. "non è pauline... è N." pesna, dolorosamente. poi alza la facia, segnata, umida: ] SOFFOCA UN GRIDO RAUCO TRA I DENTI, IL DOLORE FISCHIA TRA LE LABBRA. e si all0ontana, LA VENA della pazzia che lo tormenta.

cammina rapido nella notte scesa veloce tra le zone lowtech del porto. si ferma in una sorta di bordello, il greenthai. conosce quei posti, ma non quello.

qualche marinaio. avventori casuali. un abituè. ragazze con biosculture da poco prezzo, e occhi a mandorla rifatti. "probabilmente india... o sud america... magari qualcuna è cinese e si scurisce alla moda thai..." si siede su una seggiola di plastiuca, invade coi suoi pensiero un tavolino di plastica cromata. e un pensiero riaffiora: "N." poi un altro "chrome, cazzo..."
apre la tracolla, estrae un cyberdeck monogram della Gliph, glove neotek fingerplus da 20 pulsioni, e cyberglass della zeiss ikon. sul tavolino appogia una vecchia foto in carta, rovesciata. una fototessera di una metropolitana di mosca, in bianco e nero. l'anno era il 2004. la tiene a facia in giù.
accende il deck, non è connesso neuralmente. e' tra i pochi che sanno farlo, il collegamento neurale a canale aperto. è tra i pochi che sanno surfare ancora l'olotunnel di putrin-lebedev. un virtuosismo inutile, ma incute rispetto ai ragazzi nuovi, i "cowboy sintetici".

tamburella le dita, guarda unba mamasan: ] indica il chip nella fessura del tavolo: ] mamasan sorride contenta e gentile. due puttane arrivano. stanno sulle loro, danzando davanti a lui.

] die secco, altri 2 crediti volano via e una tenda olografica ad energia statica li nasconde ad occhi indiscreti.

"non è che sono timido... ma questi babbei sintetici non sanno che l'energia statica rallenta i taser."

inserisce lo spinotto nella porta e sulla visera abbassata compare la rete, lontana, remota. sorride. sa che potrebbe essere l'ultimo sorriso, come ogni volta. per qusto non sorride mai. sono cose preziose i sorrisi. pensa a pauline, con quel suo sorriso prezioso che assomiglia tanto a quello di N. stringe i denti.

codice-enter-user-enter-pw-enter-conferma...enter! l'olotunnel lo risucchia, lo stomaco avvinghiato alla spina dorsale, p adesso, che sfiorando le pareti del tunnel ci si può friggere un lobo senza problemi, senza accorgersene. il vechio sfiora le pareti a velocità inconcepibile per un sintetico, vorrebbe, come sempre, toccarle, un atimo, friggersi e via il dolore, via i ricori, via la merda cibernetica che gli sfregola addosso... e via N.

sia vvicina, vede lo sfarfallio giallo e bianco, sente il calore su, nel naso, il sangue bollire, gli occhi accecarsi,,,,potrebbe andare a memoria, ma sa che vuole sbagliare.... "via N. via l'inferno... e andiamo almeno in uno diverso, di inferno"... scivola, salta, controlla, calibra un virtuosismo, e diventa il surfista d'agento aforma di stella solitaria, entra nel cyberspazio ed aggancia alla velocità stessa di una stella che esplode un segnale di passaggio, un fax diretto a kabul da vientiane, lo permea lancia un 378, codice camouflage in rete elevata, diventa una interferenza di una telefonata cellulare da amsterdam a bogotà. rallenta, piano. si gira, osserva il tunnle, lontano che si ferma e sparisce tra migliaia di scintille blu scuro, su un fondo di notte estremo. e si ferma tutto.
"mi potevo friggere. ma adesso c'è pauline..."

stella solitaria si guarda attorno: non lo hanno nemmeno registrato. ma lui è lonestar. cavalca i segnali e si avvicina ad una zona in disuso della rete, una corporazione attaccata e distrutta anni fa dalla yakuza.

prende fiato. sente nelle narici il profumo di pauline. e sotto le dita i segnali della notte.

(Pauline)
Uno strano silenzio virtuale avvolge quella zona in disuso. Tempo fa forse era successo qualcosa di importante in quella zona.
Forse un virus potente che doveva essere scovato da una giovane nettie poco pratica, poco fortunata che ci lasciò anche due dita.
E lui...il virus..quello con la V maiuscola aveva vinto.
Resti per pochi secondi in attesa.
Non sai cosa, forse è solo un modo per rilassarti, per non pensare a N., forse per far spazio ad una nuova era...forse stai iniziando a respirare di nuovo...
Poi la senti arrivare, un fruscio di piume frizzanti come una cascata in primavera, il crepitio del fuoco e poi cenere.
Puff...rieccola ancora viva in tutto il suo splendore di fenice d'oro.
] la fenice ti svolazza intorno, forse un tempo l'hai incontrata da qualche parte?

1.7 Phoenix & river
(Odisseo)
il segnale pulsante, un qualsiasi disturbo di una telefonata internazionale, si ferma, non risponde.

"come cazzo fa a vedermi?" la fenice svolazza, lasciando uno scintillio dorato tutto attorno a sè, ha una nonchalance incredibile nei suoi movimenti, quasi come se non fosse costretta dalle linee perfette della matrice, quasi come se ne fosse parte interante e disegnasse quelle stesse linee.

"un fantasma della rete... ne ho già incontrato uno. ma stavo connesso da 25 ore, con piu jack nelle vene, che sangue..."

il segnale pulsante è lì fermo.

la fenice svolazza ancora, il segnale non reagisce. sul tavoli appoggiano una birra ghiacciata, bionda e sintetica come il resto del mondo.

il vecchio digita sul tastierino virtuale una serie di comandi in rapida successione: 355, 692, 444... attiva e iberna programmi a rapida attivazione. poi digita il suo codice preferito, 747 e lascia l'enter a metà pressione.

la fenice ribadisce la sua domanda, con voce molto possente, profonda, irreale, il vecchio ha un tremito, nella realtà.

-tu-sei-chrome-ciao-crom-come-stai?- la liena di testo aleggia azzurra nello spazio per un istante.

la fenice svolazza, meno arditamente.

-chrome-ciao-chrome-ti-ricordi-di-me?-

la linea azzurra di testo cade deteriorandosi tra i mille comandi bruciati di quella zona in disuso.

-io-non-so-di-cosa-parli-

la fenice usa lo stesso sistema a comandi di linea. il vcchio sorride. è lnto d antiquato, ma contrariamente ai vecchi detti.... scripta non manent.

-chrome-sono-io-

poi un comando vocale: sono il tuo Maestro.

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