Takede

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04 Giu 2007 14:43 #637 by Deco
Deco created the topic: Takede
PRELUDIO
Cazzo.
Ha del tragicomico questa situazione: tragico per via dell'evento, comico per via che sono qua per non so quale motivo, tralasciando quelli che sono i miei affari.
Alan era da una vita che non lo vedevo: tre, forse quattro anni. E' sempre stato un tipo sveglio ma lui era troppo diverso da me, lui era uno dei pochi onesti che abbia mai conosciuto, uno di quelli così sinceri, così leali che mi era passata anche la voglia di spillargli dei soldi.
Alan, brutto stronzo. Che cazzo succede? Perché sono qua? Perché mi hai chiamato proprio a me a stare nell'unico posto che non posso tollerare di essere?

Anno: 2020
Luogo: Cimitero di Night City
Ore: 21.04

INIZIO

Piove. E quando mai? In questa cazzo di città sembra piovere sempre.
Ci sono pochi momenti dove mi fermo un minuto per realizzare l'animo dell'uomo... quello che spinge a sopravvivere, ad emergere, quello che ci fa paura e quello che vorremo dimenticare per stare meglio ma che facciamo di tutto per fare il contrario.

Piove.
L'acqua oleosa e maleodorante bagna copiosamente il mio spolverino corazzato.
Sotto la giacca ho un cannone da 12mm carico e pronto a fare fuoco.
Sono cortocircuitato e basta un solo mio cenno mnemonico per fare esplodere le sacche di adrenalina sparse in tutto il mio corpo, aspettare un istante e ridurre tutte queste persone a un branco di cadaveri.
Sono un cazzo di punk col quale bisogna avere a che fare solo ed esclusivamente se la mia risposta precluda un "quanto offri?".

Ma mi rendo conto solo adesso che tutto questo non serve se sei come lui, adesso.

Il prete che ho di fianco pronuncia strane parole del quale non mi spreco neanche a capirne il significato che vorrebbero trasmettere.
Alan sta a testa bassa, ha gli occhi gonfi, sembra piangere.
Io osservo Alan mentre stringe la mano di lei, Catia, la sua ragazza. Carina, sembra addolorata più che per il morto, per Alan.

Il prete è una sorta di vecchio, come uno di quelli che si vedono nei vecchi nastri del 20esimo secolo: calvo, anziano, curvo sulla sua gobba continua a leggere il suo breviario mentre un troppo giovane chierichetto sorregge un grosso ombrello sopra la sua testa, per non bagnarlo.
I grossi tuoni e il rumore della pioggia coprono quasi completamente il sussurro del prete, io continuo ad osservare: freddo e lucido.

Mi volto per un attimo, mi guardo alle spalle e distolgo per un istante l'attenzione da questa scena così statica.
Una donna, giovane, rimane lontana dalla cerimonia funebre, all’ingresso del cimitero. Indossa grossi occhiali scuri e un vestito lungo, forse di una taglia più grossa del dovuto, anch'esso nero. Un grande cappello da signora copre la testa e il velo di raso nero le copre il volto. Intravedo solo la carnagione olivastra delle mani e delle gambe magre. Dietro di lei una macchina, probabilmente una di quelle che si prendono a nolo, resta in moto.

“Amen”
Mi volto verso la cerimonia, il chirichetto sta spingendo a fatica la carrucola che lentamente abbassa la bara sottoterra. Alan guarda con fare assente la scena, io distolgo lo sguardo e lo riporto verso la signora in nero che adesso sta entrando in macchina, mentre una folata di vento gelido le sposta i capelli biondi.

Uscito dal cimitero, a fine della cerimonia, il telefono vibra.

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Click.

…benefattore un cazzo…

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